Guarini – La cappella della Sindone

Cronologia:

  • 1656 – Progetto di Bernardino Quadri;
  • 657-1665 − Avvio della costruzione;
  • 1667-1682 − Innalzamento della cupola su progetto di Guarino Guarini;

Torino, 1683.

Sviluppando una straordinaria struttura a torre che trasfigurava l’interno della cappella in un’immagine di ascesa vertiginosa, segnalata all’esterno nella forma singolare di guglia traforata, Guarini aveva quindi modificato il piano di imposta di Quadri, innalzando un tamburo aperto da alti finestroni con sostegni attraversati da una galleria che divideva e consentiva di incanalare pesi e spinte della cupola sulle murature esterne.

La cupola (figura 1.1), così fuori dall’ordinario, è una spettacolare impalcatura di sei giri di archi sovrapposti disposti in modo tale da restituire in pianta la proiezione di altrettanti esagoni ruotati in degradazione prospettica (prospettiva accelerata). L’insolita struttura voltata, completata nel 1683, prende la forma di un canestro rovesciato scorciato illusoriamente verso l’alto, dove, sospesa a mezz’aria, una grande stella lapidea a dodici punte filtra la luce proveniente dalla lanterna, misteriosa e coinvolgente immagine del divino.

figura 1. 1- sezione della cupola 2- planimetria
figura 1: 1- sezione della cupola 2- planimetria

La cappella della Sacra Sindone è situata nel luogo più importante della città, perchè i Savoia vantavano di possedere la reliquia più conosciuta nel mondo cristiano. Siccome la religione ha sempre un po’ legittimato il potere politico, il fatto che la capitale sabauda (e di conseguenza anche la Sindone) venne spostata a Torino era determinato dalla posizione strategica della città stessa rispetto ai ducati vicini. Per questo motivo, ad esempio, gli Sforza potevano vedere il Sacro Telo più facilmente.

figura 2. illusione prospettica
figura 2. illusione prospettica

L’edificio doveva essere lo scrigno che conteneva la reliquia, incastonato tra il palazzo ducale ed il duomo. Ciò determina anche il motivo della scelta della forma della cappella, visibile dall’impianto planimetrico (figura 1.2)

Il gioco prospettico (figura 2) della cupola formata da archi sormontati da esagoni concentrici ruotati rispetto a loro stessi fa sì che la prospettiva risulti accelerata, ovvero che all’osservatore posto al centro della cappella la sua cupola appaia alta quasi il doppio. Si noti appunto nella figura che all’osservatore gli archi sembrano alti tutti uguali i quali formano una struttura quasi cilindrica.

Fonti:
http://www.museotorino.it/view/s/e701566395bc4ff2a4b24d1752a4af2
Nuovo Arte tra Noi 4 (il) – ed. 2011

Lascia un commento